Castiadas e il Cannonau di Capo Ferrato
La Cantina di Castiadas è una cantina sociale nella provincia di Cagliari, e pochi giorni fa ho avuto il piacere di andarli nuovamente a trovare, questo viaggio ha contribuito a portare tanti spunti e riflessioni.
La Cantina Cooperativa di Castiadas, è nata nel 1959, fu fondata dall’Ente di riforma agraria della Sardegna. E’ situata nella zona del Sarrabus, che è una sub-regione della Sardegna sud-orientale, che comprende cinque comuni: Muravera, Castiadas, Villa Simius, Villa Putzu e San Vito. La cantina ha circa una quarantina di conferitori per un totale di 130 ettari, si pensa che nei prossimi 3-5 anni potrebbero arrivare a 150.
La storia di questa cantina sociale è simile un pò a tutte le altre, nate dopo il 1950, ha avuto i suoi alti e bassi, in tutti questi anni trascorsi dalla sua fondazione, pensate che nei primi anni ’90 i conferitori erano circa 280. Poi con i contributi da parte della CEE per l’espianto dei vigneti, questi hanno fatto si che la situazione non andasse a migliorare, non c’era cambio generazionale, e la politica non ha contribuito a far capire quanto invece fosse vitale il lavoro in campagna.
La Cantina di Castiadas nel 2006 decide di dare una svolta sostanziale a tutta la conduzione aziendale: in primis la direzione chiuse le adesioni di altri Soci alla cantina. E iniziarono una campagna di comunicazione riguardo l’importanza di valorizzare il proprio territorio e a valorizzare il lavoro di ognuno di loro. Tutto questo con il fine di migliorare attraverso la sensibilizzazione mirata, tutto il lavoro della cooperativa, toccando tutti i passaggi della filiera produttiva.
L’intento era ed è quello di riuscire a trasmettere ai Soci, l’importanza di avere un prodotto da portare in cantina che producesse ottimo vino di qualità: questo è stato il primo passo.
“La cura del vigneto sopra ogni cosa”
Nella Cantina di Castiadas oggi ci sono dei punti di riferimento importanti, il Presidente Angelo Mario Sestu, con cui ho avuto modo di confrontarmi a lungo, e chiarisce con fermezza quali sono le linee della sua conduzione: “lavoro sul vigneto di grande qualità, investimenti oculati, perchè la cosa fondamentale è che la cantina non abbia debiti e possa pagare i propri Soci”. Sembrano concetti semplici ma in pratica possono non esserlo, perchè un’azienda per essere competitiva sul mercato necessita di investimenti continui. “Siamo consapevoli, continua Sestu, di quello che la cantina dovrà affrontare nel futuro. Gli ultimi investimenti fatti sono: l’acquisto della pigia- diraspatrice e della nuova imbottigliatrice, quelli futuri invece, saranno legati ai risultati che piano piano l’azienda riuscirà a raggiungere”.
Un altro contributo sostanziale è dato da Sergio Spanu, che da oltre dieci anni, si occupa di tutta la parte commerciale dell’azienda, ragazzo competente, lungimirante, e molto determinato che è un pò il cuore di questa cantina. Poi c’è Andrea Deiana, che si occupa della produzione da circa sette anni, enologo, originario di Castiadas, che ha anche altre collaborazioni importanti, come la Cantina di Dolianova.
Avendo avuto la possibilità di parlare con diversi Soci della Cantina, mi sono resa conto del rispetto e stima che c’è nei confronti della squadra dirigente e produttiva, credono nelle potenzialità dei propri risultati, e questo per una cantina sociale, è molto importante.
Non a caso il Vermentino di Sardegna Doc, Notteri 2015 quest’anno al Concorso Internazionale del Vinitaly ha ricevuto la Gran Menzione, quindi 90 punti per questo vino che si presenta al naso con una complessità olfattiva importante, dagli agrumi al frutto della passione, ananas, per arrivare al timo e note minerali. Bocca ampia, con un finale lungo, ottimo equilibrio con una sapidità molto presente.
Anche il Vermentino di Sardegna Doc, Praidis 2015, risulta piacevole, le note dei frutti tropicali sono più marcate, insieme a sentori di fiori bianchi e salvia. Entrata morbida con ottima acidità finale.
Durante l’assaggio dei vini rossi, in particolare del Cannonau, la considerazione principale, è quella di avere la sensazione di degustare dei vini di estrema eleganza. Qui il Cannonau si fregia in etichetta di un nome che rappresenta una delle tre sottozone: Capo Ferrato.
La Doc Cannonau di Sardegna, è sicuramente una doc che racchiude una quantità e una varietà estesa di territori, e questo non aiuta a capire molto le differenze principali legate proprio al terroir di provenienza.
Abbiamo continuato l’assaggio con il Cannonau di Sardegna Doc – Capo Ferrato, Rei 2014, quello che ci colpisce di questo vino è la complessità e l’intensità aromatica, un frutto molto presente accompagnato da note di mirto e grafite, cioccolato e note balsamiche molto rinfrescanti. Entrata ampia, tannini giovani ma delicati, vino di estrema eleganza, equilibrio e piacevolezza.
Cannonau Riserva Doc Capo Ferrato 2012, i sentori di frutta nera sembrano prevalere ma subito dopo arrivano delle note balsamiche ed una macchia mediterranea predominante e pepe nero. In bocca entra ampio, con ottima acidità e sapidità, con un tannino leggermente polveroso. Il naso è molto accattivante.
Questo vino ha partecipato al Concorso Mondiale di Bruxelles 2016, appena concluso a Plovdiv in Bulgaria, e proprio pochi giorni fa ha avuto il suo riconoscimento, la Medaglia d’Argento. Ancora una bellissima soddisfazione per questa Cantina.
Ultimo vino in assaggio Parolto 2013, Isola dei Nuraghi IGT, (Carignano 70%, Cannonau 20% e Cabernet Sauvignon 10%). Note di tabacco e grafite, ottima evoluzione di profumi terziari, spezie che tendono al dolce, note balsamiche. Ampio con un finale lungo e sapido, i tannini sono ancora giovani. Nel complesso un vino equilibrato.
Tornare a Castiadas è stato emozionante e non mi resta che ringraziare il Presidente Angelo Mario Sestu, Sergio Spanu e tutti i Soci della Cantina, per l’invito ricevuto, ma più che altro per la possibilità che ho avuto per capire ancora più approfonditamente, questa regione così straordinaria, ma poco conosciuta dal punto di vista vitivinicolo fuori dal suo territorio.
E’stato anche un piacere confrontarmi, con Roberta Billia, Giuseppe Carrus e Federico Tacchella, stimolanti compagni di queste giornate.