Vinitaly International a Chengdu – Cina
Si è appena conclusa a Chengdu nella regione dello Sichuan, l’edizione 2019 di questa fiera che vede coinvolti migliaia di visitatori. L’anno scorso ho potuto vivere dal vivo questa esperienza, essendo stata invitata a partecipare, e devo dire che dopo 8 giorni di permanenza in due fiere consecutive: la prima allo Shangri-La Hotel e la seconda presso il Western China International Expo City, ho capito meglio alcune dinamiche del mercato cinese, e di come le relazioni possono nascere e proseguire in modo concreto.
Interessante è lo svolgimento di questi due momenti dedicati agli affari: l’evento presso lo Shangri-La è più raccolto e con professionisti molto attenti alla selezione dei vini e si trova nel centro della città. Mentre la fiera al Polo Internazionale, si trova in periferia a circa 1 ora di metro dal centro. L’Expo City di Chengdu nasce nel 1955 e negli ultimi anni ha raggiunto un importante livello nel panorama cinese per la vendita del vino e dei superalcolici. Si svolge due volte l’anno ed è considerata attualmente la più grande in Cina. La fiera si sviluppa su una superficie di circa 10mila m2, i numeri parlano di una partecipazione di 3000 aziende cinesi con una presenza di 150mila persone, e muove 30 miliardi di euro. Nel 2017 i dati dicono che i prodotti acquistati dall’estero si attestano su il 30%, con la presenza di 488 aziende estere provenienti da 40 paesi diversi.
“Sicuramente il modo di relazionarsi con questo popolo è diverso da qualunque altro e il business è alla base di tutto, ma deve essere veloce e concreto, questo è quello che ho compreso maggiormente”.
Il Direttore Generale di Verona Fiere, Giovanni Mantovani sostiene che: “l’Italia del Vino ha bisogno della Cina e deve incrementare la propria posizione in un mercato della domanda cresciuto del 106% negli ultimi 5 anni, esattamente 89 volte più di quello tedesco”. Quest’anno oltre 200 cantine provenienti da tutte le regioni italiane e 60 espositori uniti sotto il marchio di Vinitaly erano presenti all’International Wine and Spirit Show, appunto una delle fiere più antiche della Cina, dove il Made in Italy è stato altamente rappresentato.
Il Vinitaly China Chengdu è alla sua sesta edizione e ha rappresentato al meglio l’Italia, sia allo Shangri-La che a Xanadu, il fuori salone tricolore organizzato da Veronafiere e Vinitaly International in occasione della 100a edizione della storica fiera del vino.
Grande soddisfazione quindi per questa edizione, appena conclusa, che nutre interessi senza precedenti verso questo mercato. Importanti sono state le collaborazioni con il Consolato generale d’Italia a Chongqing, rappresentato dal Console Filippo Nicosia, e l’Agenzia Ice di Pechino guidata da Amedeo Scarpa. Gli spazi rispetto alle scorse edizioni sono raddoppiati, ci sono stati molti tasting ed educational curati dall’Academy del Vinitaly sui vini italiani, che catturano sempre più la curiosità dei professionisti cinesi. Un’altra particolarità di quest’anno è che il supporto di comunicazione cartaceo è stato minimo, mentre la parte digitale ha avuto un incremento importante. E’ stata predisposta un’applicazione: Vinitaly成都 2019, che permetterà di collegarsi all’account ufficiale WeChat di Vinitaly e rimanere costantemente aggiornati sulle iniziative in programma, come i seminari specialistici, gli educational e le masterclass organizzate in collaborazione con cantine, consorzi e importatori alle quali prenderanno parte i principali importatori locali.
Cos’è WeChat?
È una comunicazione Smart amata dai Cinesi, uno dei metodi di comunicazione più diffusi in questo momento in Cina. È un’applicazione nata dal gigante cinese Tencent, che mette tutto e tutti in relazione attraverso messaggi istantanei, chat di gruppo, foto, pagamenti e prenotazione. Per esempio molte campagne promozionali o informative vengono fatte attraverso questa applicazione.
Per concludere il Presidente di Veronafiere, Maurizio Danese ha dichiarato che: “Il prossimo piano industriale, punterà ovviamente molto sul mercato cinese, ce lo chiedono gli operatori delle nostre manifestazioni e per questo stiamo cercando di dare un’impostazione di sistema alla nostra internazionalizzazione. Ad esempio, attraverso la creazione in Cina di una nuova piattaforma stabile in grado di dialogare con il trade in maniera continuativa ed efficace”.
Lo scorso anno, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma wine monitor su base doganale, la Cina ha acquistato vino per un valore complessivo di oltre 2,4 miliardi di euro ed è ormai a un passo dalla top 3 dei buyer mondiali (Usa, Regno Unito e Germania). L’Italia, quinto Paese fornitore, ha chiuso il 2018 con un valore delle vendite a 142,3 milioni di euro (-0,2% sul 2017) a meno un milione di euro dalla Spagna, al quarto posto e con una crescita del prezzo medio del 3,1%. Market leader, sebbene in calo (-7,2%), è sempre la Francia (903 milioni di euro), seguita da Australia (660 milioni di euro) e Cile, in rimonta anche grazie al favorevole regime dei dazi.
Non resta che augurarci che le prossime politiche estere siano portate avanti in modo costruttivo e che abbiano lungimiranza, come alcuni paesi stanno già facendo da anni, questa sarà davvero la nostra grande possibilità di aumentare lo scambio commerciale con questo popolo.
Fonte: Ufficio stampa per Veronafiere – Ispropress
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