Durante Enologica Montefalco 2015 ho avuto la possibilità di passare un giorno in compagnia di Filippo Antonelli, produttore a Montefalco, nella sua Cantina di San Marco.
L’azienda agricola Antonelli è composta da 175 ettari di proprietà, suddivisi in 49 condotti a vigneto, 10 a olivo, 40 di bosco, chiamato affettuosamente “il polmone centrale dell’azienda”, il resto è seminativo; vi è anche l’allevamento dei maiali, da cui vengono prodotti salumi di ottima qualità.
Quindi oltre che cantina di notevole spicco ed interesse del territorio, anche azienda agricola dove si producono molti degli alimenti che vengono consumati sia nell’agriturismo che venduti fuori.
Presente anche una scuola di cucina dove si insegnano le tradizioni della cucina umbra, le bellissime tagliatelle che vedete nelle foto sono tutte state preparate da noi partendo dalla sfoglia. Posso dirvi che è molto piacevole vedere il risultato del lavoro manuale, fatto con ingredienti salutari e naturali, e qui abbiamo avuto oltre che la possibilità, di testare ciò che abbiamo fatto, anche di memorizzare tutti i profumi che durante la preparazione ci hanno inebriato e coinvolto emotivamente.
Filippo Antonelli, è un produttore che ti arriva piano piano attraverso i suoi racconti, poichè la conoscenza del proprio territorio e di quello che vi succede è profonda. Molto discreto e disposto a capire il suo pubblico, riesce a colloquiare contemporaneamente con quello più evoluto e con il semplice appassionato, questa qualità mi ha colpito particolarmente, perchè oggi non è facile comunicare a tutti i livelli, ma se si unisce semplicità e conocenza si arriva direttamente all’anima delle cose.
Dal 2012 è Presidente del Movimento Strade del Vino (MTV) Umbria ed è attualmente Vice Presidente del Consorzio Tutela Vini di Montefalco, questo gli consente di essere presente ed efficace su questioni molto attuali come le modifiche ai disciplinari di produzione, che a volte non seguono l’evoluzione di quello che succede nelle produzioni, come per esempio la volorizzazione di alcuni vitigni autoctoni.
Antonelli, azienda storica che appartiene a questa famiglia dalla metà del ‘800, comprendeva sette poderi, solo nel 1979 però iniziano ad imbottigliare, in concomitanza del conferimento della prima DOC a Montefalco. Nel 2000 incominciano i lavori di costruzione della nuova cantina, che sarà completamente interrata, per salvaguardare l’impatto ambientale e viene studiato anche un percorso per il conferimento delle uve per caduta. Sotto il piazzale dove confluiscono le uve raccolte ci sono i tini di fermentazione che sono collegati con apposite botole e corrispondono a 4 serbatoi che accolgono le uve per iniziare le fermentazioni.
Per la vedemmia 2015 sono previste delle nuove sperimentazioni, che saranno effettuate sul Sagrantino e Trebbiano Spoletino, affinati rispettivamente in vasi di terracotta e in ceramica. La sperimentazione sarà volta a capire lo scambio, a livello di ossigeno, che possono dare questi contenitori, avendo una porosità diversa dal legno o dalle vasche di cemento vetrificate. E’ stato già provato che lo scambio di ossigeno con il liquido contenuto in questi recipenti di provenienza antica, ha un percorso diverso in quanto è più lento, più costante e non invasivo.
La fattoria segue una conduzione biologica ed hanno avuto il riconoscimento a Vino Biologico nel 2012.
La dugustazione dei vini è stato il momento focale della giornata qui alcune note:
Trebium Trebbiano Spoletino – Doc Spoleto 2014 Magnum: la vinificazione è avvenuta in botti di legno grandi, con piccole parti di uva macerata, il vino rimane sui propri lieviti fino ad aprile, l’imbottigliamento segue a maggio. Complesso e persistente al naso con sentori di erbe aromatiche, fiori gialli e frutta tropicale, fresco e sapido finale lungo e ampio.
Montefalco Rosso Doc 2001 e Montefalco Rosso Doc 2001 Riserva: interessante il confronto fra il base e la riserva, il 70% è Sangiovese, circa il 20% Sagrantino e una piccola percentuale di Merlot. Vino di elegante speziatura che va dal pepe alla liquirizia con ancora un frutto molto presente, sapido e minerale con finale lungo e tannino avvolgente per quanto riguarda il primo, per la riserva i profumi sono molto più complessi, con note fumè e una speziatura inebriante, ottima presenza in bocca anche se il base aveva una spiccata sapidità in più.
Chiusa di Pannone Montefalco Sagrantino Docg 2004: il primo anno di produzione risale al 2003 e l’impianto è stato fatto nel 1995 con una produzione molto bassa per ettaro per il cru dell’azienda. La frutta è il primo sentore che mi colpisce perchè potente, poi arrivano note terrose, spezie dolci e complesse, un pepe nero esaltante e ciccolato nella retrolfattiva, in bocca è pieno e croccante, equilibrato e con un finale lungo e vibrante, tannini setosi e presenti che danno carattere e personalità.
Chiusa di Pannone Montefalco Sagrantino Docg 2006: continuità di produzione per questa notevole espressione di Sagrantino, anche se l’annata è diversa per quanto riguarda l’andamento climatico rispetto al 2004. Quello che colpisce maggiormente in questo vino è l’estrema piacevolezza di beva, vino alcoolico ma di grande freschezza e profondità che si fa apprezzare molto durante una cena a base di carne di maiale in umido molto speziata, ricordo di una ricetta di cucina tunisina.
Montefalco Sagrantino passito Docg 2008: more e cioccolato, ampio con un tannino elegante, acidità presente e ben bilanciata.