Il Moro di Sangiovanni
Una sfida: il Moro di Sangiovanni
A volte si gira il mondo e rimaniamo stupefatti quando ci capita di conoscere meglio il nostro territorio…a volte basta fare una strada diversa da quella che facciamo di solito per scoprire angoli di spettecolare bellezza, questo è un pò quello che mi è successo andando a visitare l’azienda il Moro di Sangiovanni. Mi sono ritrovata a fare la strada che da Asciano Senese arriva fino a San Giovanni d’Asso dove è situata l’azienda, sinceramente non l’avevo mai fatta, e mi sono ritrovata catapultata nel mezzo alle Crete Senesi, in una giornata autunnale ma molto soleggiata. Non ho potuto fare a meno durante il tragitto di fermarmi più e più volte per ammirare questo paesaggio che ci offre così tanto; se pensiamo ai tartufi bianchi, al pecorino che proviene dagli allevamenti di queste zone ed il vino naturalmente. Questi vigneti sembrano inseriti in un contesto che a volte assomiglia ad un paesaggio lunare.
Finalmente arrivo in azienda dove mi aspetta una interessante giornata di degustazione dei vini che loro producono. E’ stata organizzata anche una degustazione comparativa con alcuni vini di taglio Bordolese Toscani e di alcuni Chateaux provenienti dalla Rive Gauche di Bordeaux, questo per capire quanto la sfida del Moro di Sangiovanni possa avere un confronto autentico con il vino che l’ha ispirata.
L’azienda è stata acquisita nel 2002 dalla famiglia Cameli, armatori e autentici appassionati dei vini di Bordeaux, i quali decisero che nei loro vigneti avrebbero prodotto un vino con questo stile.
Decidono di impiantare i nuovi vigneti tenendo conto di un’alta densità di piante per ettaro, 8.400 con una produzione di circa 30 q/h su 5 ettari di vigneto che sono così distribuiti: due a Cabernet Franc, le vigne intorno alla cantina, due di Cabernet Sauvignon per il vigneto che si trova subito sotto il paese, e un ettaro a Petit Verdot situato a Monticchiello. La prima vendemmia è del 2006 e dal 2010 l’azienda si avvale della consulenza dell’enologo Mauro Monicchi, diplomato alla scuola enologica di Bordeaux, con uno spiccato interesse per queste zone produttive.
Monicchi ci spiega che questi grappoli sono piccoli e con acini spargoli, crescono su terreni che riescono a mantenere le riserve idriche sufficienti, questo unito al fatto che le tre varietà coltivate in azienda sono tardive, permette di raccogliere uve con ottima maturità fenolica unita ad una spiccata freschezza del frutto.
La degustazione inizia con la presentazione dell’annata 2012 per i due vini dell’azienda che sono il Fiore del Moro e il Moro di Sangiovanni.
Delphine Veissiere, responsabile marketing e commerciale dell’azienda ci tiene a comunicarci che il Fiore del Moro non è il secondo vino dell’azienda ma è un vino pensato per essere pronto, con piacevolezza di beva immediata. Le percentuali dell’assemblaggio possono variare in funzione dell’annata (circa 45% CS, 45% CF, 10% PV). Le vinificazioni avvengono per parcelle, sono quasi delle microvinificazioni, e si decide in questa fase come differenziare i due vini.
Il Fiore del Moro 2012 igt Toscana: il colore è di un rosso rubino brillante, frutta e spezie che ben interagiscono fra loro, balsamico e fresco, entrata avvolgente e godibile con un tannino finale suadente.
Il Moro 2012 igt Toscana: bella prugna matura, erbe aromatiche e grafite, con entrata ampia e complessa, equlibrato con un tannino giovane ben presente, il vino nel complesso risulta essere molto elegante.
Il pomeriggio prosegue con la degustazione comparativa, lo scopo appunto è quello di capire dove il Moro può posizionarsi in un contesto sia regionale ma anche in confronto con la zona primaria d’ispirazione, quella di Bordeaux.
I vini degustati sono stati: Il Moro 2007 – 2010 – 2012, Ripa delle Mandorle 2012 – Vicchiomaggio, Tassinaia 2009 – Castello del Terriccio, Boscarelli dei Boscarelli 2007 – Boscarelli. Per i Bordolesi: Chateau Kirwan 1998 Gran Cru Classe – Margaux, Le Petit Lion 2010 Domaines Delon – Saint Julien Medoc, Chateau Haut Beauséjour 2009 – Saint Estephe e Reserve de la Contesse 2010 Chateau Pichon de Leoville Comtesse de Lalande – Puillac.
Le considerazioni generali sono state interessanti, il Moro risulta essere un vino con marcata territorialità che riesce ad esprimere al meglio i vitigni che lo compongono, il Petit Verdot che proviene da questa vigna isolata, è molto potente e da un contributo importante al vino. Alla discussione partecipano anche John Salvi e sua moglie Petronella, ed è un piacere ed un onore ascoltarli, John Salvi è Master of Wine Inglese, ha studiato enologia all’università di Bordeaux con il professore Emile Peynaud, vive e lavora in questa regione da tutta una vita, conoscitore profondo di questi territori e di questi vitigni.
Viene normale domandarsi in una degustazione alla cieca cosa possa venire fuori, tutti siamo concordi che il Moro potrebbe avere delle ottime opportunità di spicco in questo confronto.
La giornata non è ancora finita, ci trasferiamo a Chiusi per una verticale del Moro che si svolgerà presso l’Enoteca.
Finiamo così questa giornata con la verticale completa del Moro di Sangiovanni:
Moro 2012: riconfermata la degustazione della mattina.
Moro 2011: profumi molto intensi che si alternano fra le spezie e le note balsamiche, ottima complessità, i tannini sono giovani e la freschezza di questo vino è esaltante.
Moro 2010: i frutti si spostano sulle bacche rosse e mora matura, ottime spezie dolci e inchiostro, note terrose, equilibrato, acidità e sapidità spingono il vino in un finale molto lungo.
Moro 2009: in un primo momento i profumi sono un pò ridotti, ma appena si ossigena un pò si apre con degli ottimi sentori terziari, pepe e chiodo di garofano, balsamico e note fumè, entrata piacevole con tannini presenti, leggermente asciuganti nel finale.
Moro 2007: questa bottiglia risulta essere più aperta rispetto a quella degustata nel pomeriggio, ottimo frutto, mora matura ma anche un bel floreale di viola, inchiostro e pepe nero, finale non lunghissimo.
Conclusioni: vorrei aggiungere a queste note di degustazione che l’annata 2012, oltre ad avere una bevibilità immediata ci mostra le potenzialità dell’invecchiamento, dimostrato ampiamente durante gli assaggi di tutte le annate prodotte. Sarà curioso assaggiare cosa ci riserverà il 2013 e il 2014.